Storia africana dell'Africa by Badawi Zeinab

Storia africana dell'Africa by Badawi Zeinab

autore:Badawi Zeinab [Zeinab, Badawi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-07-22T12:00:00+00:00


Verso la fine del suo regno, l’amata madre di Esigie, la regina Idia, morì. Il sovrano, affranto, ordinò alla Corporazione dei fonditori di bronzo una testa commemorativa, che collocò sopra un altare nel suo palazzo. La regina Idia fu la prima donna ad avere l’onore di essere raffigurata in una testa bronzea; i soggetti dei bronzi del Benin sono per il 90 per cento maschili. Paradossalmente, la fama di Idia nell’era moderna eclissò quella di oba Esigie, il figlio a cui aveva consacrato la vita.

Dopo Idia si assistette a una proliferazione di oggetti artistici dedicati alle iyoba. Quasi tutte le opere commissionate dalla corte del Benin per rappresentare donne della famiglia reale riguardavano le regine madri e il loro seguito, e includevano lavori in bronzo, legno, terracotta, ferro, perline di corallo e stoffa. Queste creazioni potevano essere usate come insegne da capi e cortigiani, e alcuni manufatti associati alla regina madre venivano utilizzati fuori dal palazzo, per esempio in luoghi sacri.5

Anche le donne comuni che compivano atti onorevoli e straordinari potevano essere ricordate con delle sculture. Emotan è uno dei primi esempi. Era una commerciante che si prendeva cura dei figli altrui, ed era stata gentile e protettiva con oba Ewuare I, prima che diventasse re nel 1440. Aveva aiutato il giovane principe a riconquistare il trono che suo fratello aveva usurpato. Emotan morì poco tempo dopo ed Ewuare fece piantare un albero sulla sua tomba, affinché il popolo potesse rendere omaggio al luogo in cui era sepolta. Nel Benin, le donne che venivano trasformate in questo genere di divinità eroiche erano rappresentate attraverso elementi della natura, per esempio alberi o fiumi, ispirando culti locali.

Alla morte di Esigie, nel 1550, gli succedette il figlio oba Orhogbua (r. circa 1550-1578), ritenuto il committente di molti dei rilievi che descrivono il lungo regno del padre. I bronzi non erano oggetti puramente decorativi, ma vere e proprie testimonianze: storia immortalata nell’arte, non arte fine a se stessa. Alcuni dei rilievi che ammirai al Museo nazionale del Benin ritraggono dignitari o musicisti di corte, come suonatori di corno. Altri illustrano scene di importanti battaglie, in cui i comandanti militari indossano tuniche con pelli di leopardo, portano collane fatte con artigli di leopardo, brandiscono spade o colpiscono i nemici. Il leopardo era uno dei simboli dell’oba, e nel regno i cacciatori di questo felino erano tenuti in grande considerazione. Gli stessi oba vengono raffigurati con collane di perline e spade in pugno. Tre incisioni sopra ciascun sopracciglio erano un segno di identità regale, oltre che una rappresentazione del pensiero. Il popolo del Benin credeva che la testa fosse il punto focale in cui ricevere saggi consigli da parte di forze ultraterrene o soprannaturali. Di conseguenza, la testa dell’oba era di fondamentale importanza, poiché la sicurezza e la prosperità del regno dipendevano dalla sua saggezza.

Il Benin divenne sempre più un regno militarista e, con il passare del tempo, si espanse a est, a ovest e a sud verso l’Atlantico. Il figlio di Esigie (Orhogbua) e suo nipote (oba Ehengbuda, che regnò tra il 1578 e il 1606) consolidarono i territori conquistati.



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